SCALA DI DIFFICOLTA' DEI PERCORSI PER IL CICLOTURISMO IN MTB
Criteri generali
Vengono separate le valutazioni della difficoltà fisico/atletica e della
difficoltà tecnica di un percorso.
L'identificazione della difficoltà di un percorso si esprime mediante
le seguenti indicazioni obbligatorie:
Per descrivere l'aspetto di impegno fisico:
dislivello in m.
lunghezza in km.
per descrivere l'aspetto di impegno tecnico:
sigla/sigla
Per descrivere l'aspetto tecnico, si definiscono le seguenti sigle:
TC - MC - BC - OC
si deve indicare una sigla per la salita e una per la discesa, separate
da una barra (/)
Definizione delle sigle per la descrizione della difficoltà tecnica il criterio
per individuare una sigla è il tipo di fondo prevalente, secondo la seguente
didascalia:
TC
(turistico) percorso su strade sterrate dal fondo compatto e scorrevole, di tipo carrozzabile
MC
(per cicloescursionisti di media capacità tecnica) percorso su sterrate con fondo poco
sconnesso o poco irregolare (tratturi, carrarecce…) o su sentieri con fondo compatto e
scorrevole
BC
(per cicloescursionisti di buone capacità tecniche) percorso su sterrate molto sconnesse
o su mulattiere e sentieri dal fondo piuttosto sconnesso ma abbastanza scorrevole oppure
compatto ma irregolare, con qualche ostacolo naturale (per es. gradini di roccia o radici)
OC
(per cicloescursionisti di ottime capacità tecniche) come sopra ma su sentieri dal fondo
molto sconnesso e/o molto irregolare, con presenza significativa di ostacoli
Per "sconnesso" si intende un fondo non compatto e cosparso di detriti;
si considera "irregolare" un terreno non scorrevole segnato da solchi,
gradini e/o avvallamenti.
Alle sigle può essere aggiunto il segno + se sono presenti tratti
significativi con pendenze sostenute.
Per completezza, la scala proposta indica una quinta classe di difficoltà:
EC
(massimo livello per il cicloescursionista... estremo! ma possibilmente
da evitare in gite sociali) percorso su sentieri molto irregolari,
caratterizzati da gradoni e ostacoli in continua successione, che
richiedono tecniche di tipo trialistico
Quest'ultima classe è volutamente riportata a parte, in quanto si è stabilito
di non prevedere questo tipo di difficoltà per attività sociali ufficiali
e divulgate, nel senso che non prendiamo in considerazione percorsi con
difficoltà di tipo trialistico, per quanto singoli ciclisti possano effettuarli.
Per la determinazione della sigla si tenga conto della media del percorso:
singoli e brevi tratti, attribuibili ad una classe di difficoltà superiore,
non devono essere considerati. Eventuali tratti non ciclabili, dove occorre
portare la bici, non concorrono alla definizione della difficoltà.
È doveroso sottolineare che questa classifica riguarda solo ed esclusivamente
i percorsi di tipo escursionistico. Altre discipline, quali ad esempio downhill
o free-ride, esulano dalla presente trattazione in quanto estranee alle
attività CAI.
La Commissione invita tutte le Sezioni praticanti ad adottare questa
scala, per una chiara ed univoca identificazione delle difficoltà dei percorsi
e per uniformare i criteri di valutazione dei requisiti dei partecipanti
alle singole escursioni ai fini della sicurezza.
Si consiglia inoltre di visionare l'allegata appendice alla Circolare,
con le note esplicative e indicazioni pratiche per l'applicazione della scala.
NOTE ESPLICATIVE E INDICAZIONI PRATICHE
PER L'APPLICAZIONE DELLA SCALA DI DIFFICOLTÀ
Perché una "nuova" scala di difficoltà?
L'esigenza di proporre una nuova scala per la valutazione della difficoltà
di un percorso cicloescursionistico nasce dall'esperienza delle Sezioni
praticanti. In letteratura (con particolare riferimento alle guide di
percorsi in mtb) non è mai stata adottata una unica notazione: ogni autore
attribuisce significati diversi alle varie sigle, ciascuno ha adottato
propri parametri per la determinazione delle diverse classi di difficoltà
e non solo: molti dei parametri considerati sono del tutto soggettivi.
Inoltre, la tendenza - fino ad oggi - era di condensare tutto in una unica
sigla. Ma questo divenne causa di confusione: ad esempio, un percorso
ritenuto adatto ad ottimi ciclisti, è tale perché presenta uno sviluppo
chilometrico particolarmente elevato o perché richiede il superamento
di un notevole dislivello o, ancora, solo a causa del terreno sconnesso?
L'esperienza delle gite sociali insegna che vi sono ciclisti allenati
e atleticamente ben preparati che non sono capaci di superare una radice
e viceversa ottimi trialisti che scoppiano dopo pochi chilometri di salita.
La confusione era inoltre accresciuta dal fatto che ogni attribuzione
di sigle, locuzioni, acronimi, colori, ecc. era legata ad una valutazione
personale e come tale doveva essere considerata e utilizzata, rapportata
(in più o in meno) alla propria esperienza.
Ogni cicloescursionista esperto ha così imparato a destreggiarsi in questa
confusione. I problemi nascono però nell'organizzazione di escursioni
sociali, dove occorre superare le valutazioni personali e fornire indicazioni
universali. Alcune Sezioni hanno affrontato e superato questo scoglio,
adottando ciascuna un proprio metro di valutazione.
Con la nascita della Commissione LPV per il Cicloescursionismo in mtb
è cominciato un proficuo scambio di esperienze e, con la pubblicazione
dei programmi, i Soci ormai si aggregano anche alle gite organizzate da
Sezioni diverse dalla propria. Si è così evidenziata l'esigenza di uniformare
le indicazioni, perché qualunque Socio deve poter partecipare alle gite
di altre Sezioni CAI senza trovare differenze rispetto al proprio gruppo
di appartenenza.
La necessità di una chiara ed univoca identificazione delle caratteristiche
di difficoltà di un percorso, affrontato in gita sociale, riveste anche
un valore in termini di sicurezza dei partecipanti, perché non accada
di accompagnare persone su percorsi di difficoltà superiore alle loro
capacità. Per raggiungere questo obiettivo, era necessario fornire dei
parametri di valutazione chiari ed uguali per tutti.
Così si è costituito un gruppo di lavoro, formato dagli Accompagnatori
LPV di Cicloescursionismo, che, nell'ottica delle precedenti considerazioni
e dopo ampio dibattito, ha formulato la presente proposta.
I criteri generali della nuova proposta
Innanzi tutto, vi era la necessità di separare l'impegno atletico dalla
capacità di conduzione tecnica; inoltre si dovevano ricercare e indicare
solamente i parametri oggettivi.
Di qui l'idea di indicare in maniera esplicita lunghezza e dislivello
complessivo in salita. (cosa che, peraltro, nella pubblicità delle escursioni
sociali, quasi tutte le Sezioni già da sempre fanno). Ma la novità consiste
nel fatto che questi parametri, ritenuti indicativi dell'impegno fisico-atletico,
sono indipendenti e non devono più rientrare nella determinazione della
sigla della difficoltà.
In questo modo, le sigle storicamente adottate (e mutuate dalla notazione
scialpinistica) rimangono ad esclusivo servizio della difficoltà tecnica,
intesa come capacità di conduzione del mezzo per affrontare gli ostacoli
del terreno. In effetti, questo è parso essere il solo vero parametro
oggettivo per descrivere la difficoltà di un percorso.
Altra novità di questa proposta, adottata dalla Commissione LPV, è la
distinzione tra difficoltà tecnica in salita e in discesa, dove le differenze
di capacità e tecnica di conduzione sono evidenti a tutti. Non solo: una
maggiore difficoltà tecnica in salita accresce l'impegno fisico e richiede
anche maggiori capacità atletiche, mentre in discesa non è necessario
un particolare allenamento di resistenza se si è in possesso di adeguate
abilità di conduzione. L'esperienza delle Sezioni praticanti ha suggerito
quindi di adottare la doppia notazione.
Nel corso delle discussioni sono emersi altri parametri, quali la quota
massima raggiunta e quella media di sviluppo dell'itinerario, la pendenza
del tracciato, la lunghezza delle salite (un conto è affrontare 1000 m
di dislivello in una unica salita, altro è fare lo stesso dislivello ripartito
in una serie di saliscendi). Si è ritenuto che queste informazioni siano
implicite nella formulazione della meta e/o della denominazione della
gita (con raccomandazione però di indicare la quota massima nel titolo,
qualora ritenuta significativa) e desumibili dal rapporto lunghezza/dislivello:
se una gita di 20 km ha un dislivello di 1200 m è chiaro che le pendenze
sono notevoli; se la gita di 40 km e 800 m di dislivello si svolge nelle
Langhe è facile attendersi una serie di saliscendi; se la meta è un colle
a 2000 m di quota e il dislivello complessivo è di 1100 m, è assai probabile
che debba essere superato in una unica salita, ecc. Non si è ritenuto
quindi opportuno appesantire la notazione con indicazioni di questo tipo:
se proprio lo si considera necessario, si aggiunga una nota in calce alla
presentazione della gita.
Una ulteriore e distinta valutazione può essere invece adottata per la
pendenza. Si è allora ritenuto utile aggiungere il segno + (più) alle
sigle di difficoltà tecnica (tanto quella di salita quanto quella di discesa),
in presenza di pendenze sostenute per tratti significativi, che richiedano
maggiori abilità nella tecnica di guida. Tuttavia, si raccomanda di utilizzare
il segno + solo se l'intero percorso è ripido o in presenza di tratti
significativi: singoli brevi tratti non vanno tenuti in considerazione.
Quest'ultima regola deve essere applicata all'intero processo di valutazione
per la determinazione della sigla di difficoltà: singoli e brevi tratti,
attribuibili ad una classe di difficoltà superiore, non devono essere
considerati. Pertanto, se un sentiero MC presenta alcuni brevi tratti
con gradoni valutabili in OC, la difficoltà da indicare rimane MC: chi
non è in grado di affrontare quei tratti scende di bici e prosegue a piedi.
Diverso è se i tratti OC sono numerosi e/ relativamente lunghi: in questo
caso un partecipante poco abile nella guida tecnica sarebbe costretto
a scendere a piedi per una percentuale significativa e deve esserne cosciente
ed informato prima di iscriversi alla gita, trovando indicata la sigla OC.
I tratti non ciclabili, dove occorre portare la bici, non rientrano tra
i parametri di questa valutazione. Del resto, le considerazioni in merito
sono del tutto soggettive e diventa difficile stabilire un limite di ciclabilità
uguale per tutti: chi è meno abile deve scendere di bici là dove altri
riescono a stare in sella, un ostacolo facile per alcuni è insormontabile
per altri. Dove invece tutti sono costretti a proseguire a piedi, non
si rileva la necessità di operare distinzioni, in quanto non vi sono differenze
di requisiti tecnici da individuare e l'impegno atletico non è ritenuto
essere diverso tra chi va a piedi e chi riesce a stare in sella (anzi,
in genere è più dispendioso cercare di restare in sella). tratti non ciclabili
che richiedano un impegno di natura alpinistica, come ad esempio passaggi
su roccia e vie ferrate, vanno comunque sempre esclusi dagli itinerari
di cicloescursionismo.
Per inciso, è per la non considerazione dei tratti non ciclabili che la
classifica proposta per le escursioni sociali non comprende il quinto
livello (EC): non ha senso organizzare una gita sociale su difficoltà
di tipo trialistico, dove solo pochi sarebbero in grado di stare in sella.
Se è consentito il paragone con l'alpinismo, è come se si organizzasse
una gita sociale sulla Nord del Cervino… Tuttavia, la Commissione accoglie
la proposta di istituire la sigla EC per completare la descrizione dei
percorsi affrontabili a titolo personale anche al massimo livello di abilità
tecnica.
L'incidenza delle condizioni atmosferiche o stagionali non viene considerata,
in quanto variabile contingente da riportare al più generale discorso
dell'abbigliamento e dell'attrezzatura. Il conseguente aumento di difficoltà
(per pioggia, neve, terreno coperto da foglie, ecc.) deve essere valutato
sul posto e non si può stabilire a priori.
In conclusione, la difficoltà di un percorso di cicloescursionismo, deve
essere indicata come nel seguente esempio:
Colle della Battagliola (2285 m)
Dislivello: 1000 m;
Lunghezza: 22 km;
Difficoltà tecnica: MC/BC+
Ogni altra indicazione, quali ad es. il tempo di percorrenza (che
è assolutamente soggettivo), deve essere abbandonata. Gli organizzatori
delle attività sociali, qualora lo ritengano utile, possono comunque esplicitare
e descrivere eventuali situazioni, che favoriscano una migliore identificazione
delle difficoltà di un percorso, aggiungendo una breve nota in calce alla
pubblicazione della gita.
Linee guida per l'assegnazione delle classi di difficoltà tecnicabr>
Il gruppo di lavoro ha individuato 5 sigle per descrivere simbolicamente
altrettanti classi di difficoltà tecnica.
Alcune precisazioni: il criterio per individuare una sigla è esclusivamente
il tipo di fondo prevalente. Non hanno importanza né la pendenza, né la
lunghezza, né il dislivello, né l'esposizione, né qualsivoglia altro parametro
finora utilizzato nelle vecchie scale di difficoltà. E si sottolinea il
"prevalente": singoli brevi tratti di diverso tipo non accrescono né diminuiscono
la classe di assegnazione. La determinazione è indipendente dal fatto
che quel dato percorso sia affrontato in salita o in discesa.
La valutazione deve essere effettuata tenendo conto delle condizioni ottimali,
vale a dire con fondo asciutto: pioggia, neve, gelo, foglie, ecc., che
elevano ovviamente il quoziente di difficoltà, non possono essere considerate
nell'assegnazione della sigla.
Il segno + si deve utilizzare solo se sono presenti tratti significativi
con pendenze sostenute. Non serve ad indicare la presenza di tratti con
fondo diverso e di difficoltà maggiore, neppure a significare una particolare
lunghezza della salita o della discesa: solo una particolare ripidità
complessiva o di lunghi tratti o di brevi ma frequenti tratti.
Inoltre, come già detto, per la determinazione della sigla non si deve
tenere conto di eventuali tratti non ciclabili.
Qualora vi siano significativi tratti pianeggianti, essi concorrono alla
assegnazione della sigla relativa alla salita, secondo il seguente criterio:
per "discesa" si intendono tutti i tratti in cui l'avanzamento è possibile
per la sola azione della gravità; per "salita" si intendono tutti i tratti
in cui per avanzare è comunque necessario pedalare. La distinzione tiene
conto della posizione in sella durante la guida.
A titolo puramente esemplificativo e non esaustivo, si fornisce una casistica
per agevolare la determinazione della sigla, ricordando che per "sconnesso"
si intende un fondo non compatto e cosparso di detriti; si considera "irregolare"
un terreno non scorrevole segnato da solchi, gradini e/o avvallamenti.
TC
(turistico) percorso su strade sterrate dal fondo compatto e scorrevole, di tipo
carrozzabile:
rientrano sotto questa sigla tutti i percorsi che si svolgono su
strade agevolmente percorribili dalle comuni autovetture: sterrati inghiaiati, tratturi
inerbiti o di terra battuta senza solchi, ecc.; anche se esulano dal cicloescursionismo,
si faranno rientrare sotto questa sigla le strade pavimentate (asfaltate, cementate,
acciottolate, lastricate…)
MC
per cicloescursionisti di media capacità tecnica) percorso su sterrate con fondo poco
sconnesso o poco irregolare (tratturi, carrarecce…) o su sentieri con fondo compatto e
scorrevole:
tutte le strade rientranti nelle categorie di tratturi, carrarecce, piste agro-silvopastorali
o di servizio a impianti, strade militari alpine ecc., che sono
agevolmente percorribili da veicoli fuoristrada e non da una comune autovettura,
segnate da solchi e/o avvallamenti o con presenza di detrito che non penalizza la
progressione (ma che induce a cambiare la traiettoria per cercare un passaggio
più agevole). Mulattiere selciate, sentieri inerbiti o in terra battuta, con fondo compatto e
scorrevole, senza ostacoli (solchi, gradini) rilevanti, dove l'unica difficoltà di
conduzione è data dalla presenza di passaggi obbligati che impongano precisione di guida.
BC
(per cicloescursionisti di buone capacità tecniche) percorso su sterrate molto sconnesse
ed accidentate o su mulattiere e sentieri dal fondo piuttosto sconnesso ma abbastanza
scorrevole oppure compatto ma irregolare, con qualche ostacolo naturale (per es. gradini di
roccia o radici):
strade sterrate percorribili solo ed esclusivamente da veicoli fuoristrada, dal
fondo sconnesso ed irregolare, con solchi e piccoli gradini;
mulattiere e sentieri che presentano un fondo sconnesso, con detrito instabile, e
con occasionali e modesti ostacoli elementari (radici, gradini non molto alti,
avvallamenti) mulattiere e sentieri che presentano un fondo abbastanza compatto ma con
presenza significativa di ostacoli elementari, radici o gradini non troppo elevati,
in generale, oltre ad una buona conduzione e precisione di guida in passaggi
obbligati, è anche richiesto un discreto equilibrio
OC
(per cicloescursionisti di ottime capacità tecniche) come sopra ma su sentieri dal fondo
molto sconnesso e/o molto irregolare, con presenza significativa di ostacoli:
mulattiere e sentieri dal fondo sconnesso ed inconsistente, caratterizzati da
detrito abbondante e grossolano, penalizzante la progressione, con presenza di
frequenti ostacoli anche instabili (es. grossi ciottoli non fissati al terreno) oppure
di ostacoli compositi e in rapida successione, che richiedono grande precisione di
guida, buone doti di equilibrio e ottime capacità di conduzione a bassa velocità,
senza peraltro la necessità di dover applicare tecniche trialistiche
Per completezza, la quinta classe di difficoltà EC:
(massimo livello per il cicloescursionista... estremo! ma possibilmente da evitare in gite
sociali) riguarda i percorsi su sentieri caratterizzati da gradoni e ostacoli in continua
successione, che richiedono tecniche di tipo trialistico, ottime doti di equilibrio e di
destrezza.
Esempio pratico di assegnazione delle difficoltà ad una gita
Prendiamo ad esempio il Giro della Battagliola, con partenza e arrivo
da Casteldelfino in Valle Varaita. Questo il ragionamento seguito nella
valutazione della difficoltà:
Difficoltà atletica
Si devono indicare il dislivello e la lunghezza.
Il dislivello è calcolabile sulla carta: partendo dalla quota di circa 1300 m
e toccando la quota massima di 2285, il dislivello sarà di 1000 m ca.,
anche perché la salita è unica e non vi sono saliscendi significativi.
La lunghezza è calcolata in 22 km ca.
Chiunque potrà immaginare l'impegno richiesto da un percorso relativamente
breve ma con un dislivello di 1000 m: sapendo di arrivare a 2285 m di quota
non sarà difficile capire che il dislivello dovrà essere coperto in una
unica salita e che non c'è molto spazio per tratti pianeggianti.
Difficoltà tecnica
si deve considerare il tipo di fondo prevalente e segnare
eventuali tratti significativi a pendenza sostenuta.
Difficoltà tecnica in salita: la salita comprende un primo significativo
tratto di asfalto, lungo circa 6 km, con pendenza media del 5% (TC); poi
si prosegue lungo una strada militare sterrata, percorribile con difficoltà
anche da autovetture, ma che per una buona metà presenta un fondo sconnesso
ricoperto da detriti rocciosi, che costringono a deviare dalla linea ideale
per cercare il percorso più agevole e scorrevole; questo tratto, lungo circa
6,5 km, copre 700 m di dislivello: pendenza media superiore al 10%, con
alcuni tratti più ripidi (MC). Infine, dopo un breve tratto di discesa,
si raggiunge il colle lungo una mulattiera militare dal fondo poco compatto,
lunga circa 500 m. Per la valutazione, il tratto prevalente e maggiormente
significativo è quello della strada militare, quindi: MC
Difficoltà tecnica in discesa: dopo pochi metri assai ripidi e sconnessi
(si possono fare a piedi) e un breve tratto di sentiero circa pianeggiante,
la discesa fino a Pontechianale si svolge lungo un sentiero GTA in terra
battuta, che in circa 2 km divalla di 600 m (30%, molto ripido), inizialmente
a tornanti stretti e ravvicinati (considerabili come ostacoli, visto che
impongono quasi di fermarsi) con avvallamenti dati dagli scoli dell'acqua
e gradini dati dalle radici, con presenza di rari e sporadici gradoni: BC+.
A Pontechianale si percorre il lungo lago per un paio di km su largo sentiero
circa pianeggiante con fondo compatto e scorrevole, salvo alcuni modesti
gradini, quindi la discesa riprende fino a Casteldelfino lungo la vecchia
mulattiera che oramai è stata allargata e può essere percorsa per lunghi
tratti da un fuoristrada, con fondo non molto sconnesso e relativamente
scorrevole, salvo alcuni brevi tratti accidentati, per una pendenza media
del 7% (MC). Tuttavia la parte significativa, che costituisce la difficoltà
maggiore, è il primo tratto su Pontechianale, che pur essendo relativamente
breve tuttavia copre circa i due terzi del dislivello. La valutazione per
la discesa sarà dunque: BC+
In definitiva, l'indicazione della difficoltà sarà la seguente:
Colle della Battagliola (2285 m)
Dislivello: 1000 m
Lunghezza: 22 km;
Difficoltà tecnica: MC/BC+